La tassa che potrebbe sostituire l’Imu
Il Ministero dell’Economia sta vagliando l’introduzione di un tributo che sia in grado di sostituire la presente imposta, con esenzioni e detrazioni che la rendano più leggera e popolare.
Imu sì, Imu no: la tassa meno popolare per gli italiani fa discutere ogni giorno, le proposte e le ipotesi sono tantissime, come bisogna valutare dunque l’idea avanzata dal neoministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni? L’ex numero due della Banca d’Italia è tornato a parlare della sospensione della rata di giugno, parlando molto cautamente di un nuovo tributo che rimpiazzerebbe l’Imposta Municipale Unica. Di cosa si tratta?
La riforma che viene attualmente studiata a Via XX Settembre, sede del Tesoro, è presto detta: l’Imu cambierebbe completamente aspetto, come anche il nome, inglobando al suo interno altre tasse (in primis la Tarsu, la tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani). Di conseguenza, la base imponibile e le aliquote andrebbero riviste da cima a fondo. L’idea di Saccomanni è quella di una tassa comunale, una imposta di servizio dei comuni per la precisione.
I comuni, appunto, continuerebbero ad avere voce in capitolo, come avviene attualmente con l’Imu, potendo modificare le aliquote a seconda delle esigenze. Un altro tributo che potrebbe far parte della nuova misura fiscale è l’imposta di registro, cioè quella che si paga per trasferire gli immobili: l’intenzione è quella di rendere più leggera questa tassa e di abolirla in maniera progressiva. Il problema principale consiste nello scovare dei provvedimenti che rendano più “popolare” la novità.
Ad esempio, si parla di detrazioni più alte per i figli a carico, così da venire incontro alle famiglie numerose, ma anche di esenzioni per i proprietari immobiliari che hanno dei redditi piuttosto bassi. Ma esentare significa rinunciare a buona parte del gettito tributario, ragione per cui si sta pensando a come recuperare i soldi. L’Europa attende la consegna del primo “compito in classe” del governo Letta, chi ben comincia è sempre a metà dell’opera.
Fonte: http://www.iljournal.it
Autore: Simone Ricci